Il nostro giudizio

Un soggetto cinematografico trasposto con grazia, che racconta in maniera troppo pulita il fenomeno dell' immigrazione in un contesto sfuocato e che si regge in piedi quasi interamente per la presenza di Sophia Loren.

La vita davanti a sé. Un’intensa Sophia Loren a servizio del figlio Edoardo

Un film del 2020 di Edoardo Ponti con Sophia Loren, Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Massimiliano Rossi, Abril Zamora e Babak Karimi.

Sophia Loren torna sul grande schermo dopo undici anni dal film Nine di Rob Marshall, mettendosi nuovamente a servizio del figlio Edoardo Ponti, per cui nel 2002 aveva interpretato la protagonista di Cuori estranei, lungometraggio d’esordio del regista, e nel 2013 la passionale Angela nel mediometraggio Voce umana scritto da Jean Cocteau.

Madame Rosà, ex prostituta sopravvissuta all’Olocausto ospita nella propria casa Momò, un turbolento bambino di origine senegalese. Il loro rapporto si mostra da subito conflittuale a causa della differena di età, etnia e religione.

Edoardo Ponti ha il cinema che scorre nelle sue vene. Il filamento del suo Dna viaggia come una striscia di pellicola dentro ad una cinepresa. Il cinema è cosa di famiglia per questo regista che gode di una istruzione cinematografica internazionale con alle spalle due lungometraggi girati negli Usa: Cuori Estranei nel 2002 e Coming & Going nel 2011. Nei film precedenti Ponti ha affrontato il tema del destino, della differenza generazionale e delle relazioni familiari. Con La vita davanti a sè invece vuole far vedere il mondo attraverso gli occhi di un bambino tenero e prepotente, di cui però nell’intera pellicola non si capisce a fondo il conflitto. Non è chiaro il motivo di tanta ostinazione e per capirlo è necessario fare un salto indietro fino al romanzo di Romain Gary da cui è tratto il film.

Momò è un figlio di nessuno, accudito per volere del dottor da una vecchia prostituta ebrea. La storia di un amore materno in un condominio di periferia dove non contano i legami di sangue e le tragedie della storia svaniscono davanti alla vita, al semplice desiderio e alla gioia di vivere. Un film in cui l’esistenza è vista e raccontata attraverso l’innocenza di un bambino che sogna ad occhi aperti una leonessa con cui combatte e che dovrà imparare a domare. Storia attuale che parla di tolleranza, di perdono e di amore, ma anche di amicizia, quella tra Madame Rosà e il giovane Momò. Ponti però dovrebbe osare di più, mettendo i suoi personaggi più in difficoltà e non solo circondarli di momenti commoventi.

La coppia Ponti / Loren sembra darsi forza a vicenda. Uno sforzo comune per il raggiungimento del miglior risultato possibile. Sophia Loren intrepreta il ruolo di una donna forte e offre una recitazione profonda, accurata, a tratti penetrante, come nella scena della terrazza in cui Madame Rosà rimane incantata e assorta nei ricordi sotto la pioggia. Una performance intensa in cui si nota che la Loren cerca di limitare i segni del tempo, che passa per tutti, anche per una delle più belle e brave attrici della storia del cinema italiano.

La direzione di Ponti però pone troppa attenzione alla ‘star’ principale Sophia Loren e il resto del cast non riesce ad ammalgamarsi completamente alla storia. Tenero e vincente è anche il connubio tra il giovane Ibrahima Gueya e la Loren che trascinano il film verso lo struggente finale. Il dottor Cohen interpretato da Renato Carpenteri e Hamil interpretato dal persiano Babak Karimi risultano invece poco approfonditi, così come anche la sorprendente e bravissima Abril Zamora, icona LGBT, che sembra uscita da un film di Almodovar, ma che poco incide nella storia.

Un soggetto cinematografico trasposto con grazia, che racconta in maniera pulita e buonista il fenomeno dell’ immigrazione e che si regge in piedi quasi interamente per la presenza di Sophia Loren.

Candidato agli Oscar 2021 nella categoria Miglior canzone originale con Io sì di Laura Pausini. Il film ha riscosso molto successo negli Usa candidandosi come Miglior Film Staniero ai Golden Globe, ai Chicago Indie Critics Awards, al Critic Choice Award, al Kansas Film Critics Circle Awards e al San Diego Film Critics Society Awards. In Italia Nastro di platino ’75 a Sophia Loren. Il film è stato distribuito su Netflix a partire dal 13 Novembre 2020.

Articolo di Matteo Di Maria

Trailer ufficiale del film La vita davanti a sè di Edoardo Ponti

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Un soggetto cinematografico trasposto con grazia, che racconta in maniera troppo pulita il fenomeno dell' immigrazione in un contesto sfuocato e che si regge in piedi quasi interamente per la presenza di Sophia Loren.La vita davanti a sé. Un'intensa Sophia Loren a servizio del figlio Edoardo