Un film del 2020 di Giacomo Cimini con Sergio Castellitto, Lorenzo Richelmy, Anna Foglietta e Gianluca Gobbi.
Il talento del calabrone, del giovane Giacomo Cimini, è un film che nasce con la nobile intenzione di riavvicinare il cinema italiano al cinema di genere. Pronto a uscire nelle sale il 5 Marzo 2020, rimane bloccato a causa della pandemia del Covid-19, trovando distribuzione in streaming soltanto nel Novembre dello stesso anno grazie ad Amazon Prime Video.
Steph, dj di Radio 105 e conduttore di una popolare trasmissione, durante una diretta riceve la telefonata di un uomo che vuole essere ascoltato e che minaccia di far esplodere la bomba che sta trasportando in auto per le vie di Milano.
Il talento del calabrone è come un’orchestra diretta da un buon maestro, con un primo violino incredibilmente bravo, dove però quasi tutti gli altri stonano. Sergio Castellitto, infatti, si prende il film sulle spalle e ci porta nel distorto e sofferente mondo dell’apparente anonimo professor Carlo De Mattei, facendoci dimenticare a tratti la recitazione nervosa e sopra le righe di Lorenzo Richelmy, bello da vedere, meno da sentire. Nel film, Castellitto a parte, tutti gli altri personaggi , e non solo Richelmy, risultano poco ispirati e istintivi (forse anche mal diretti e poco plausibili). Il tenente colonnello Rosa Amedei, interpretato da Anna Foglietta, è certamente la maschera più inverosimile e meno riuscita. Una Tomb Rider/Carabiniere poco realistica e basita per tre quarti del film, che indossa all’improvviso, senza alcuna spiegazione logica, stivali da combattimento e pistole sopra un abito da sera. Un personaggio, quello della Foglietta, che rimane vittima di un’incertezza sconveniente per un tenente colonnello dell’arma dei carabinieri. Menomale che c’è Milano. Cimini riesce a trasformare la città in uno dei personaggi del film, dandole vita attraverso le spettacolari riprese aeree notturne inserite nelle sequenze iniziali. Buona la fotografia pulita, ordinata e al neon di Maurizio Calvesi, vero punto di forza della pellicola assieme al montaggio esperto di Massimo Quaglia. Tutte le tematiche del film emergono attraverso le parole di un Castellitto incollato al volante, tanto chiuso nel suo claustrofobico abitacolo quanto in se stesso. La sua voglia di rivalsa scandisce il film scena dopo scena fino al suggestivo e narrativamente virtuoso finale auto distruttivo. Un messaggio contro il bullismo, che mostra come esso possa cambiare la vita di una persona fino a distruggerla.
Un film che ricorda vagamente lo scontro tra l’ironico eroe John McClane e lo spietato Simon Gruber in Die Hard – Duri a morire del 1995, e con un incipit ricco di grande suspance, incredibilmente simile a quello di The Terror Live, film sud coreano del 2013 del regista Kim Byung-woo.
Cimini ha scritto, assieme a Lorenzo Collalti, un soggetto sorprendente e stimolante per il nostro cinema, ma nonostante una regia ritmata, che tiene incollati al video, non dimostra la capacità di rinnovare gli stereotipi in cui rimangono intrappolati quasi tutti i personaggi del film. Ad ogni modo questo film è un passo avanti per il ritorno del cinema italiano al cinema di genere.
In distribuzione su Amazon Prime Video in abbonamento.
Articolo di Matteo Di Maria