TRAMA
Tom è laureato in lingue romane ma per guadagnarsi da vivere ha un allevamento di vongole, che gestisce al posto del fratello che si trova in coma dopo aver tentato di togliersi la vita. Lea è invece la figlia del sottosegretario alla Difesa e lavora per la Asl come terapeuta; ha un fratello nell’esercito ma lei è pacifista. I due si conoscono e fin da subito tra di loro vi è una sorta di aspro conflitto. Le loro vite s’intrecciano nel momento in cui, sullo sfondo internazionale, un tragico incidente diplomatico tra Spagna e Italia scatena una guerra nel cuore dell’Europa. Dopo un episodio di violenza che ha visto protagonisti ragazzi di entrambe le nazioni un conflitto rischia di sconvolgere l’Europa. Soltanto Tom e Lea sembrano poterla fermare.
RECENSIONE
Gianni Zanasi, regista di Non pensarci (2015) e Troppa grazia (2018) si dimostra estremamente coraggioso immergendo il suo ultimo film in un’ambientazione fantapolitica. Il film di Zanasi funge da indicatore di molti mali della società contemporanea, come la rabbia e la frustrazione che facilmente si trasformano in violenza esplosiva fino alle tentazioni neofasciste a cui cedono coloro che si sentono ignorati dalla società. Le strade di Roma, affollate di veicoli militari, che sembrano sbucare da un film bellico, si alternano con quelle completamente deserte del lockdown senza alcun riferimento alla pandemia. Zanasi si conferma uno dei cineasti italiani che sa tirare fuori il meglio dai suoi attori. Miriam Leone e Edoardo Leo risultano credibili anche nel surreale, mentre Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, gestiscono al meglio i ruoli più complessi.
