Il nostro giudizio

Salvatores esplora il tema del passare inesorabile del tempo e si diverte a sperimentare con il concetto del doppio. L'atmosfera onirica evoca Fellini, mentre la rappresentazione del mondo moderno risulta straniante e indifferente.

Il ritorno di Casanova, di Gabriele Salvatores

TRAMA

Leo Bernardi, un regista in crisi, lotta per completare il suo film su Casanova. Il montatore Gianni cerca di aiutarlo mentre Leo affronta la competizione con un giovane regista e i suoi sentimenti per Silvia, una contadina più giovane. Leo è tormentato da sogni e visioni, riflettendo il tema del passare del tempo nella sua vita.

RECENSIONE

In Il ritorno di Casanova, liberamente ispirato al romanzo omonimo di Arthur Schnitzler, Gabriele Salvatores esplora il tema del passare inesorabile del tempo e si diverte a sperimentare con il concetto del doppio. Gabriele Salvatores crea un’atmosfera quasi onirica, evocando Fellini e alternando il bianco e nero con il colore. Il film esplora due diverse prospettive sulla vecchiaia: quella di Casanova, protagonista del film nel film che si muove in un contesto pittorico alla Barry Lindon (1975) riportandoci alla mente Alain Delon di Edouard Niermans, e quella del regista Leo Bernardi, egoista di mezza età, irresoluto e pedante, qui alter ego di Jep Gambardella, che vive in una casa domotica disobbediente come il il tredicenne Ben Cooper di Smart House (1999). Entrambe le esistenze sono segnate dalla consapevolezza della fine imminente e la storia di Casanova, pur ambientata in un contesto d’epoca, risulta più autentica rispetto alla rappresentazione del mondo straniante e indifferente dei giorni nostri. La sincerità di Leo Bernardi emerge soltanto quando esprime un profondo odio per i giovani destinati a soppiantarlo. Il personaggio di Bernardi interpretato da Servillo, abilmente caratterizzato nell’esteriorità, risulta comunque il più enigmatico del film, e l’atteggiamento di Salvatores nei confronti del protagonista rimane ambiguo. Il tema centrale che pervade il film è il rapporto nevrotico di Leo Bernardi con le donne, con il sesso femminile visto come un vortice.

La scena del duello tra il vecchio Casanova e il suo giovane doppio, entrambi completamente nudi, è un incontro senza artifici che rappresenta l’umanità e la vulnerabilità dell’uomo.

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Salvatores esplora il tema del passare inesorabile del tempo e si diverte a sperimentare con il concetto del doppio. L'atmosfera onirica evoca Fellini, mentre la rappresentazione del mondo moderno risulta straniante e indifferente.Il ritorno di Casanova, di Gabriele Salvatores