Il nostro giudizio

Una commedia che non va oltre alla gag e cade in troppi clichè. Il film trova la sua parte migliore nella considerazione che fa del mondo contemporaneo.

Ciao belli, di Gennaro Nunziante

TRAMA

Pio e Amedeo raccontano la loro storia in una “comunità di recupero per meridionali che hanno vissuto a Milano”. Amici fin dall’infanzia, sembravano inseparabili. Invece, dopo l’esame di maturità, le loro strade si dividono. Pio parte per Milano, si laurea con lode e diventa un manager di successo. Amedeo invece resta in Puglia e, dopo che è sfumata l’ambizione di diventare medico, gestisce un negozio di articoli sanitari e collabora, come assessore, con il sindaco del suo paese per fermare la fuga dei giovani dal Sud. Dopo essersi persi di vista a lungo i due, ormai ex-amici, si rivedono dopo 20 anni quando Pio torna a casa insieme alla sua nuova compagna, un’imprenditrice digitale che ha tre milioni di followers. Il paese pugliese ha infatti bisogno di un finanziamento e la banca di Pio è l’unica disposta a concederlo.

RECENSIONE

Gennaro Nunziante ripropone alcuni temi dei primi film girati con Checco Zalone: classi sociali differenti, contrasto Nord-Sud, la vita ordinaria che subisce all’improvviso un brusco cambiamento. Ma se con Zalone c’era spazio per apprezzabili riflessioni e la comicità scattava proprio nel rapporto tra il protagonista pugliese e Milano, con Pio e Amedeo, al di là di qualche gag e troppi cliché, il film trova la sua parte migliore nella considerazione che fa del mondo contemporaneo.

- Advertisement -spot_img

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Una commedia che non va oltre alla gag e cade in troppi clichè. Il film trova la sua parte migliore nella considerazione che fa del mondo contemporaneo. Ciao belli, di Gennaro Nunziante