Il nostro giudizio

Una escalation di stereotipi, clichè e interpretazioni meccaniche, rese ancora più fasulle da un doppiaggio che mette in bocca ad alcuni protagonisti un linguaggio artificioso.

Magari resto, di Mauro Parruccini

TRAMA

A Camerota fervono i preparativi per il matrimonio di Francesca, ma a pochi giorni dalle nozze la ragazza inizia ad avere seri dubbi sulla sua scelta. Mentre le amiche di sempre la raggiungono per aiutarla con allestimenti, abiti e darle sostegno psicologico, a Francesca sorgono in mente mille domande, a cui non sa dare una risposta. È così che la promessa sposa decide di confrontarsi col suo storico consigliere, Don Fabio, grazie al quale riuscirà a chiarirsi le idee.

RECENSIONE

Mauro Parruccini, al suo esordio, sceglie la commedia ma si intrappola nella soap napoletana in pieno stile Un posto al sole. Il film si presenta nella splendida cornice del Cilento con l’ambizione di intrecciare trame d’amore tra segreti da svelare e speranze per il futuro, ma si rivela presto una escalation di stereotipi, clichè e interpretazioni meccaniche, rese ancora più fasulle da un doppiaggio che mette in bocca ad alcuni protagonisti un linguaggio artificioso.

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Una escalation di stereotipi, clichè e interpretazioni meccaniche, rese ancora più fasulle da un doppiaggio che mette in bocca ad alcuni protagonisti un linguaggio artificioso. Magari resto, di Mauro Parruccini